Sicuramente in tanti si chiederanno perché ho usato un titolo così atipico per la mia raccolta di poesie. “Pensieri di un poeta mediocre”…..che strano.! Spesso, durante le interviste, giornalisti, critici, curiosi, mi pongono questa domanda e prima ancora che io risponda, danno interpretazioni personali ma concordi: “Probabilmente ti sei definito poeta mediocre per creare un titolo d’effetto, che incuriosisse e spingesse a comprare il libro“.
In realtà da un lato è stato un gioco, mentre da un lato una scelta più profonda. Definire mediocre un lavoro eseguito, è un’arma a doppio taglio; da un lato può stuzzicare la curiosità di chi non ti conosce a scoprire se davvero sei tale, mentre, dall’altro, può spingere verso il “non mi interessa a prescindere”. Questa è la prima sfida che mi ha appassionato; ogni scrittore, artista, poeta, definisce la propria opera come un capolavoro, qualcosa da non perdere.
Per quanto riguarda la mia, ho una precisazione da fare: non ho definito l’opera mediocre, ma il poeta. Mediocre può essere il suo modo di scrivere, le sue poesie, ma non i suoi pensieri. Quelli no, non permetto a nessuno di definirli mediocri. Ecco che nasce “Pensieri di un poeta mediocre”, perché come poeta posso anche essere tale, ma questa è una raccolta di pensieri, riflessioni, stati d’animo, amori e tanto altro ancora. Sei libero di definirmi un poeta mediocre, ma non toccare i miei pensieri!
Ti cerco un alibi
quello che più ti conviene
ti cerco un alibi
che ti faccia stare bene.
Ti cerco un alibi
quando scendi dal mio letto
ti cerco un alibi
se non trovo più rispetto.
Ti cerco un alibi
un alibi perfetto
ti cerco un alibi per dirmi:
che tu sia maledetto!
[…]
(Alibi perfetto)