La poesia è l’arte di sapersi disarmare dalle corazze che la società ci impone

Spogliare la propria anima, renderla nuda e trasparente, è una questione di sensibilità. Forse è un brutto vizio poiché essere trasparenti non sempre paga, anzi, mette nella condizione di diventare maggiormente vulnerabili. Ma farlo è una necessità per chi fa della lealtà, dell’umanità, della trasparenza e dell’altruismo i cardini del proprio modo d’essere. L’uomo raramente toglie le proprie corazze e si mostra per ciò che davvero è.

Ci sono corazze che proteggono dai colpi, ci sono corazze che mettono in mostra ciò che in realtà non si è o che non si ha, ci sono corazze per nascondersi quando la vita fa paura, ci sono corazze per nascondere le insicurezze, ci sono corazze per nascondere il vuoto, la tristezza, la malinconia, le insoddisfazioni, le frustrazioni, i turbamenti, le botte ricevute.

Ogni corazza nasconde un punto debole. Viviamo di corazze e finiamo per non conoscerci nemmeno noi stessi, perché chi davvero si è, viene nascosto dalle nostre belle e ciniche armature. Ci sono armature pericolose, letali, come la droga; ci si nasconde e si finisce per non riuscire più a liberarsene. Si indossano corazze poiché si teme che quella determinata fragilità sia solo la nostra, dimenticando che in realtà è sicuramente comune ed accomuna se solo si riuscisse a trovare la forza di mostrarsi “nudi”.

Ci nascondiamo nelle corazze per il timore di diventare vulnerabili

Ci si nasconde in una corazza per il timore di diventare vulnerabile e normale se si perdesse quell’armatura da finto supereroe. Non mostriamo ciò che siamo per non essere giudicati, biasimati o allontanati, finendo per dimenticare, lo ribadisco, noi stessi chi davvero siamo e diventare ciò che gli altri vogliono, o ciò che vogliamo dimostrare di essere ma che comunque non siamo.

Troppo spesso è la società in cui viviamo che impone di indossarle, come se senza non si potesse stare al mondo. Alla fine, forse vince chi si nasconde meglio, non chi è più vero e non ha paura di mostrarsi per quello che è, con le sue virtù, i suoi difetti ed i suoi scheletri nell’armadio. Alla fine quindi, apparentemente vince chi della vita non ha capito nulla, me che in vero ha perso in partenza.

Vivere senza corazza è l’unico modo per rimanere liberi e veri

Non c’è cosa più difficile di vivere senza corazza. Ci vuole una grossa dose di coraggio; in fondo però è l’unico mezzo per rimanere liberi e veri. Non sempre è una scelta che si adotta, ma un istinto, una necessità. La propria ragionevolezza non dà possibilità o alternative ed indica la trasparenza come unica strada percorribile.

Chi vive senza corazza lo fa perché diversamente non saprebbe fare, poiché è un modo di essere naturale.  Un rischioso modo di essere normale. La trasparenza e l’assenza di filtri vivono nella poesia, che è l’antitesi della corazza, rappresentando l’arte di sapersi disarmare e mostrare anche le debolezze più intime e profonde.

[…]

Tea

vorrei scriverti qualcosa

ma non c’è inchiostro che osi!

Bella come sei

non c’è ritratto per dipingerti.

Balli nella mia aria

e ci stai comoda.

Fonditi insieme a me

mischiati con questa vita mia

riempila come fai con la mia mente.

[…]

(Tea)

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