Il piacere è la nozione che spinge l’uomo alla ricerca, lo porta ad esplorare, a desiderare, a volere, a godere. Si cerca il piacere in ogni sua forma poiché è l’unica espressione che porta alla soddisfazione interiore. Nel cibo, negli affetti, nei gesti, nel sesso, nella natura. Il piacere è ovunque. Tutto ciò che fa star bene nasce dal piacere e la vita perde ogni senso se viene vissuta senza questa spasmodica ricerca.
Si nasce e si vive per star bene, per creare le proprie realizzazioni; senza questo stimolo la vita è persa e come spesso sostengo, si finisce per sopravvivere, non vivere. Il piacere disarma, appaga, avvolge in quella sensazione di benessere ed in quel preciso momento la mente umana finisce per non pensare ad altro; si scorda le difficoltà, le tristezze.
Il rapporto intimo del poeta con il piacere
Il poeta ha un profondo ed intimo rapporto con il piacere, come fosse un lungo orgasmo che dura dall’inizio di un’ispirazione, sino all’ultima lettura della poesia appena composta. Ripercorre quella sensazione che rapisce ogni qualvolta torna a leggere i versi che hanno avuto origine da quel lungo, sconvolgente e meraviglioso turbamento.
E’ un miracolo che si rinnova tutte le volte che nasce l’ispirazione, come qualcosa che spinge allo stomaco e prepotentemente vuole uscire. Poi la senti salire fino alla gola, come se volesse venir fuori attraverso un urlo liberatorio, mentre il cuore pulsa più forte e più veloce. E’ un piacere inebriante che rapisce; nel frattempo la penna va sul foglio, come il pennello sulla tela.
Scrivere diventa una necessità
Tutto intorno non conta niente e si comincia a scrivere, a disegnare, senza neppure rendersi conto di dove si andrà a finire. E’ un’esigenza. Come una forte eccitazione ti lasci trasportare e vivi quei momenti con la mente sgombra da ogni pensiero. Il piacere ti fa suo e tu lo tieni stretto e scrivi, disegni, suoni. Il piacere è rivoluzione, un’innata propensione che eleva le emozioni e le sensazioni al punto più in alto assoluto. “Tocco in cielo con un dito“, si dice ed è la corretta metafora per spiegare ciò che si prova quando ti attraversa il piacere.
Per il poeta, per ogni artista, per l’uomo, il piacere dona la giusta energia, la giusta carica, emozioni prepotenti, l’ottimismo che è alla base del sentirsi bene. E’ uno sfogo liberatorio che si vive intensamente durante e che alla fine lascia un senso di serenità, rilassatezza, appagamento. Tutto questo aspettando che il piacere torni il prima possibile. Il concetto del piacere è un valore assoluto, vissuto intensamente dal poeta che più prova piacere e più si arricchisce di parole ed emozioni da vivere e far vivere al lettore. Anche per questo, scrivere diventa una necessità per tenere stretto il piacere.
Ho visto il demonio
e l’ho visto negli occhi.
Li aveva rossi,
accesi, pieni di sangue.
Con il viso umano
il più bello che ci sia.
Aveva la pelle scura
(penso) sporca di peccato
e sapeva già tutto di me
quasi mi conoscesse da sempre
e da sempre nei miei sogni “la” conoscevo.
[…]
(L’ho visto negli occhi)
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