Le poesie nascono di notte

Non so come mai ma il poeta spesso si accende di notte e le meraviglie prendono forma, colore, sentimento, mentre dentro di sé un potente calore lo pervade, facendogli avvertire lo stupore dei fuochi d’artificio agli occhi di un bambini; perché proprio come un bambino, non si abitua mai a quel miracolo che si avvera quando scrive.

Sarà sempre per la sua innata voglia di solitudine per scavarsi dentro, sarà perché la quieta fa da complice, sarà perché la notte è piena di mistero e fascino, ma è questo arco temporale che vede la poesia venire alla luce. Come se quell’atmosfera che si respira quando nel cielo splendono le stelle, si diffondesse nel poeta donandogli quella facoltà di mettere su carta il proprio animo.

Il poeta è un vampiro che di notte nutre la sua anima

E’ un vampiro che quando cala il sole viene fuori per nutrire la sua anima di emozioni. Nei riflessi della luce della notte si esalta e la mano viaggia da sé, scivolando sul foglio velocemente, senza tregua. I versi nascono come primule, lasciando quella sensazione di fresco profumo che rianima e dà quel senso di tranquillità. Nella solitudine della notte, a tenere compagnia il poeta, ci sono tutte le sfaccettature del proprio “io”.

Non si decide di scrivere di notte ma è la notte a decidere che quello è il momento. Si può scrivere in soli pochi minuti, oppure per tutta la notte, perché quando arriva il momento di fermarsi è lei a deciderlo. In quel buio luminoso il poeta entra in intimità con sé stesso, accompagnato dai tenui rumori che ascolta, dalla freschezza dell’aria di una notte d’estate. La pioggia, il vento, un temporale, sono in grado di disegnare negli occhi del poeta i tratti e le espressioni di ciò che scriverà, la tenerezza o la durezza delle parole, la tristezza o la gioia.

Tra il poeta e la notte nasce un gioco di trasparenze

Non so perché l’istinto spinge il poeta a scrivere molto di notte, ma so per certo che ella è ricca di segreti e misteri che si nascondono di giorno, non per paura, ma perché amano vivere nel silenzio, nella quiete, sono introversi e restii a mostrarsi, non amano apparire, proprio come il poeta. Il poeta si disarma la notte mettendosi a nudo al suo cospetto.

E’ un gioco di trasparenze, quella del poeta e quella della notte che è limpida, inequivocabile, leale. La notte quindi diventa la compagna di viaggio del poeta che lo accompagna e gli indica la strada. E’ un incontro casuale, che si ripete tutte le volte in cui il sole lascia il balcone alla luna. Si crea quell’atmosfera di benessere che il poeta non smetterà mai di cercare.

[…]

E’ nello scuro che tutto può accadere

tutto può avverarsi

e la tua immagine può apparire esaltandosi

in una forma che tu mai avevi conosciuto

soffocata dai rumori della luce.

E’ nello scuro che forse…..ti troverai.

E’ dallo scuro che forse….. apparirai

così

come davvero sei!

[…]

(E’ nello scuro)

ACQUISTA “PENSIERI DI UN POETA MEDIOCRE”

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: