L’uomo ha quasi sempre ceduto alle tentazioni, inginocchiandosi ad esse e lasciandosi sopraffare, dominare. Ce lo insegna la storia, la religione a partire dal peccato originale. Ce lo insegna la vita di tutti i giorni. Non c’è attimo in cui non vi si presenti una tentazione, così bella, così irrinunciabile, che rapisce in principio la logica, fino a farla abbandonare come se non fosse mai esistita e poi ammalia.
La mente vola via ed in quel preciso istante la tentazione sa di aver già vinto, ancor prima di iniziare ogni tipo di atto o azione. Il corpo si svuota, mentre subentra un senso di piacevole ansia ed eccitazione, mista a quell’ultimo barlume di paura che la lucidità sa dare. Ma quel barlume nulla può per fermare la pervasione e così l’uomo si lascia andare, abbandonandosi ad essa.
Il mio rapporto con le tentazioni
Io che ho l’animo pari ad un libro aperto, ammetto che quasi sempre ho seguito quanto mi bisbigliavano nelle orecchie le tentazioni, finendo a volte per farmi male, mentre altre le benedico ancora. Non sarà corretto dirlo ma è la verità ed io oltre la verità non so dire, anche se questo crea spesso problemi, al pari delle tentazioni.
Con ciò non intendo dire che sia giusto lasciarsi cadere tra le loro braccia, anzi, ha più forza chi si tiene in piedi; io parlo di me e non incito nessuno a fare lo stesso. Io mi assumo le mie responsabilità ed ognuno si assume le sue ed agisce in base alla forza che ha per reggere i contraccolpi. Una tentazione può durare pochi attimi o lunghi periodi, ma alla durata non è proporzionata una conseguenza. Ci sono tentazioni che durano attimi, ma che lasciano strascichi infiniti, mentre altre durature, che alla fine si dimostrano quasi innocue.
La tentazione ed i pentimenti
La tentazione può causare pentimenti con i quali è difficile convivere e questo dipende molto dalla personalità di chi viene risucchiato. Pentirsi è quasi logico ed è quasi sempre la prima reazione, anche se è quella più codarda. Bisogna assumersi la responsabilità della propria azione già da prima, altrimenti è meglio fermarsi subito. Bisogna essere onesti e leali prima con sé stessi: “Voglio farlo davvero? So cosa comporta? Va bene, sono pronto a sopportare il peso di ciò che potrà accadere dopo“.
Bisogna fare questo ragionamento finché si è in tempo, perché quando la tentazione si avvicina ancor di più, diventa impensabile riuscire a ragionare. Prende il totale sopravvento. Non mi pento delle tentazioni alle quali mi sono lasciato andare; alcune avrei voluto si perpetuassero, altre avrei voluto viverle con la maturità e consapevolezza di oggi.
Si può cedere alle tentazioni, ma senza nuocere agli altri
Ne sono uscito quasi sempre sano e salvo, anche se le più pericolose hanno lasciato cicatrici indelebili, o lividi che col tempo sono andati via. Ci sono anche quelle che hanno lasciato un gradevole ricordo. La tentazione non deve diventare una pericolosa abitudine, poiché è quando crea dipendenza che diventa indomabile e rischiosa.
La tentazione è un rischio, un azzardo che però non deve in nessun modo nuocere agli altri. Questa dev’essere la prima regola di chi vuole indursi in tentazione. Se parlo delle mie tentazioni sempre usando il passato, credo che dipenda dal fatto di non avere più tante curiosità e quindi le tentazioni si spengono.
Ho visto il demonio
e l’ho visto negli occhi.
Li aveva rossi,
accesi, pieni di sangue.
Con il viso umano
il più bello che ci sia.
Aveva la pelle scura
(penso) sporca di peccato
e sapeva già tutto di me
quasi mi conoscesse da sempre
e da sempre nei miei sogni “la” conoscevo.
[…]
(L’ho visto negli occhi)