Chiedere scusa è la più elevata dimostrazione di rispetto verso gli altri e verso sé stessi

Perché è così difficile chiedere scusa? L’ostinazione a non ammettere gli errori, resta uno dei più grandi limiti dell’uomo, come se accettare la possibilità di aver sbagliato, possa essere una fonte di debolezza e di sconfitta. Bisognerebbe ricordarsi che non si comprende fino in fondo l’importanza di una vittoria, fin quando non si prova cosa vuol dire perdere.

Credo che non ci sia gesto maggiore che possa testimoniare l’onestà intellettuale di un individuo; scusarsi è trasparenza, lealtà, maturità, senso del giusto. Scusarsi è anche la più elevata dimostrazione di rispetto verso gli altri: nella vita si può non amare nessuno, ma bisogna rispettare tutti. E’ un comandamento!

Dietro una semplice parola si cela un mondo incantato in cui non esiste egocentrismo, né cattiveria, né egoismo, né battaglie di alcun genere. Non è una gara a chi è più forte, poiché a vincere non è colui che pretende la ragione, ma chi sta bene con sé stesso e riconoscendo le proprie colpe, mette in conti in pari, tenendosi dentro quella straordinaria sensazione, liberatoria da pericolose scorie che nell’animo nidificano rancori, insoddisfazioni e frustrazioni.

Scusarsi non è sinonimo di sconfitta o debolezza

Io so chiedere scusa e non mi sento un perdente per questo, anzi, le mie scuse sono una forza interiore che mi consente di vedere il mondo serenamente. Se si sta bene con sé stessi, si sta bene con tutto quello che ci circonda. Scusarsi è un dovere per chi sbaglia ed un diritto per chi ha subito un torto. Scusarsi è un diritto anche verso sé stessi, ma non è un dovere accettarle.

Chiedere scusa non è una parola ma un gesto; lo si può fare con gli occhi, con una carezza, con un abbraccio. Lo si può fare restando in silenzio. Non c’è un modo, c’è sincerità. Le scuse devono essere sentite davvero, non programmate e portatrici di falsità. Devono essere vere, profonde e soprattutto disinteressate, senza aspettarsi qualcosa in cambio. Nemmeno il perdono.

Invece siamo in una continua corsa a chi arriva primo, a chi è il più bravo e passa in secondo piano la lealtà, poiché è una gara senza esclusione di colpi, senza regole, dove conta dimostrare di essere il migliore, il più forte. Invece no, scusarsi non è sottomissione o chinare il capo, anzi, è tenere il capo sempre in alto con sguardo protratto verso l’orizzonte.

Riconoscere i propri errori significa aver maturato i principi della vita

Ammettere le proprie colpe vuol dire accettare con consapevolezza che ogni giorno dobbiamo affrontare nuovi esami. Riconoscerle significa aver maturato il principio che la vita ci sottopone a continue prove e nuove scelte, ci fa mettere in discussione, ricordandoci che siamo degli esseri “normalmente imperfetti”.

Chi non è in grado di accettare i propri errori non volerà mai in alto e dovrà accontentarsi di camminare guardandosi le spalle da chi lo ferirà, senza neppure chiedergli scusa. Come sempre bisogna scegliere ed assumersi le responsabilità delle proprie scelte: vivere nell’infondata convinzione narcisista di essere il migliore, oppure non puntare a dimostrare, ma essere?   

Lascia che sia così

tutto diverso da me.

Lascia che sia così

tu rumore

ed io

stupido e banale silenzio!

(Rumore e silenzio)

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