Un concetto che da sempre mi affascina è il libero arbitrio. Sarebbe un successo, una conquista per una società cosiddetta civile o civilizzata. La realtà però è che in questa modernità, l’uomo è stato “costruito” per non essere pronto ed allora necessitiamo, inconsapevolmente, di qualcuno che decida per noi. Finché ci sarà qualcuno che deciderà per noi, vivremo sempre all’antitesi da tale forma di emancipazione.
Argomento trattato da Dante che riteneva la raggiunta padronanza di sé, come frutto del libero arbitrio, da Martin Lutero che lo rinnegava e condannava, da Sant’Agostino, il quale riteneva che Dio ha lasciato all’uomo la libertà, senza interferire col suo libero arbitrio, anche se troppo spesso questo lo porta a cadere nel peccato, da Erasmo da Rotterdam, fermo nella sua convinzione che per quanto si possa cadere nel peccato, l’uomo deve essere libero.
Il libero arbitrio è una condizione di pensiero
Ma cos’è veramente il libero arbitrio? E’ davvero la libertà di scegliere cosa fare in una determinata circostanza? Oppure è un concetto più ampio? La differenza c’è. E’ sottile ma sostanziale. Libero arbitrio non è semplicemente un “volere è potere”, non è “libertà di fare ciò che si vuole”, ma una condizione di pensiero: la capacità di scegliere liberamente, senza vincoli né limiti imposti, nell’agire, nel pensare, nel giudicare.
Quindi non è un volere né un diritto, bensì una capacità. Allora diventa un elemento soggettivo e non più oggettivo? Allora è di tutti, di alcuni, o di nessuno? Questa è la vera domanda. Può essere fonte di presunzione la convinzione che appartenga solo ad una ristretta cerchia? Sarebbe limitante e discriminatorio come concetto? Probabilmente si, ma la realtà è che ognuno può possederlo.
Chi può giudicare tutto questo? Chi può decidere chi è in grado di adottare il libero arbitrio e chi no? Sono più i dubbi che le certezze. Nell’incertezza assoluta, relativamente a delle domande che comunque nessuno si pone più, oggi televisione, mass-media, social network, orientano i nostri pensieri, li conducono verso una direzione che non siamo noi a decidere; li influenzano e scelgono per noi. Quindi il libero arbitrio non esiste e se così fosse, sarebbe una gran fregatura.
Siamo realmente liberi o è solo un’illusione?
Siamo convinti di decidere ciò che vogliamo, ciò che ci piace, ciò che abbiamo conquistato, ma la verità è che quasi mai si tratta di nostre decisioni figlie del libero arbitrio. Insomma, non siamo liberi come crediamo e questa prospettiva è davvero inquietante. Anche le nostre gioie e le nostre paure derivano da condizionamenti esterni e dalla mancanza di obiettività che ci metta nella posizione di scegliere, di ragionare ognuno secondo il suo “io”.
E’ per questo che ritengo siamo una società civilizzata, non civile, in quanto il processo di civilizzazione è avvenuto ed avviene ancora, seguendo principi di “qualcuno”. Io voglio scegliere cosa sia meglio per me, senza mai danneggiare gli altri. Qualche altro vuole spingermi a scegliere cosa sia meglio per lui, danneggiando me. E’ per non perdere questa battaglia che non bisogna arrendersi nel ricercare dentro di noi quella capacità di essere liberi.
[…]
Prendi le mie illusioni
e fanne saggezza per me.
Prendi i miei dolori
e fanne corazza per te.
Prendi la mia anima,
fanne vita per te…..
…..e luce sarà
che sarà amore!
E amore sarà
che sarà vita!
(Sarà vita)
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