Ognuno nella vita, almeno una volta, ha pronunciato la fatidica frase: Ti amo. Chi non lo ha mai detto, difficilmente può negare di non averlo nemmeno mai pensato. O inganna o si è fatto male con l’amore. Amare è un sentimento potentissimo, dovrebbe essere quello più vero e più puro, purtroppo però è usato anche in abuso, quando non esiste ma si è convinti, quando si finge, quando si desidera ottenere qualcosa e quindi lo si usa come merce di scambio.
In questi casi l’amore può essere crudele, spietato e può far male come una lama tagliente chi davvero ama. Di ti amo sono gonfie le nuvole, le strade, le case. C’è chi ama sé stesso, chi un figlio, chi una donna, chi un uomo, chi un animale, chi la vita, chi Dio. Se ne dicono tutti i giorni ma non tutti sono veri. Tante sfaccettature di un solo enorme sentimento.
Un sentimento che spesso col tempo si spegne se non si ha la forza o la volontà di rinnovarlo quotidianamente con nuove dimostrazioni, lasciando tra le mani quell’amarezza capace solo di mettere in testa che in fondo l’amore non esiste. Le persone si allontanano, si avvicinano, cambiano le idee ed i valori e così cambia l’amore, che diventa più effimero o si rafforza.
Cosa vuol dire davvero ti amo?
Ti amo non vuol significare “io dipendo da te”, bensì “io ho bisogno di te perché insieme ci completiamo, siamo le due facce della stessa medaglia, un universo indivisibile e senza sarei un quadro privo di luce e di colore”. Amare vuol dire guardare la persona amata con gli stessi occhi della prima volta e quella inspiegabile sensazione di non riuscire a stare senza.
Ripeto, amare non vuol dire dipendenza ma bisogno. Ho bisogno di sentirmi vivo ma se non ti ho, vivo lo stesso. Ho quindi bisogno di sentire la mia vitalità, ma se non ti avessi vivrei lo stesso, anche se in bianco e nero. Ti amo non è una frase che basta dire, ma un qualcosa che si costruisce col tempo, in maniera solida, indissolubile, eterna.
L’infatuazione è un concetto diverso perché è a breve termine: o diventa amore, oppure era solo il voglia di qualcosa che una volta ottenuta svanisce. E comunque svanirebbe anche senza ottenere quella agognata cosa. Ti amo è desiderio di condivisione e di una complicità istintiva che ti accorgi che è quasi innata, come esistesse da sempre, dal primo sguardo. Quel primo giorno diventa ogni giorno, per tutta la vita e non perché si firma un contratto o si giura davanti a Dio, ma perché diventa la cosa più naturale.
Amare impone doveri
Uno sguardo e nasce quella complicità che fa comprendere ogni cosa senza nemmeno una parola. E’ un’alchimia che ti rende piacevolmente prigioniero di un sentimento che fa star bene; una magia senza una plausibile spiegazione razionale in grado di far comprendere cosa stia accadendo.
Dire ti amo comporta delle responsabilità che pesano quanto piume, se quelle parole sono state pronunciate consapevolmente e diventano macigni, se invece sono state dette frettolosamente. Amare non chiede diritti ma s’impone doveri. Quando si sente la necessità di dare incondizionatamente, solo per vedere sorridere gli occhi della persona amata e vivere per vederli tutti i giorni così, allora si, è amore vero.
Ti amo non è una parola da spendere
non è il resto di un conto
non è nemmeno un baratto
o un regalo
o un premio da donare.
Ti amo non è una sfumatura
un contorno
un addobbo natalizio
un dio da dover per forza pregare.
[…]
(Ti amo)
(Silloge poetica “In Viaggio”)
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