Il potere dei pretesti

C’è sempre un buon motivo per ridere, basta trovare il pretesto giusto. Ogni giorno nasce con l’intento di regalarci ventiquattro ore da spendere e spetta a noi decidere come. Al netto degli obblighi a cui siamo chiamati a rispondere presente, al netto delle difficoltà e delle amarezze che dovremo inevitabilmente fronteggiare, da qualche parte si nasconde sempre un’opportunità pronta a regalare un sorriso.

Quando parlo di sorriso, intendo tutto un mondo che si trova dentro; intendo quiete interiore, felicità, amore, equilibrio, spensieratezza. Pretendere che tutto questo duri costantemente sarebbe un’utopia, ma considerarli e viverli come attimi, come cocci da mettere tutti insieme, danno il loro vero senso.

Sono attimi da ricercare quotidianamente ed alimentarli. Nuova legna sul fuoco. Più cocci si uniscono e più si raggiunge quel patto di sangue che va stretto con la vita, attraverso il quale si certifica che vivere vuol dire essere in pace con sé stessi, essere soddisfatti, amare, inventarsi, costruirsi e non limitarsi a respirare.

I pretesti non sono alibi difensivi ma strumenti d’attacco

Non bisogna sottovalutare il potere dei pretesti e non bisogna fingerci ciechi dinanzi a loro. Non sono degli alibi e quindi non vanno visti come mezzi di difesa, bensì sono strumenti d’attacco per raggiungere serenità e gioia. I pretesti vanno inseguiti e farli propri equivale a piantare un seme da cui nascerà quel sorriso, quel momento di felicità di cui c’è necessità di nutrirsi; perché ridere è energia, condivisione, vitalità,  godere del dono vita ed apprezzarla.

Quel motivo, quel pretesto lo si può trovare ovunque. Soprattutto, se non si smette mai di giocare, non c’è bisogno di cercarlo, poiché arriva da sé. Si scherza con il pretesto di ridere, si fa un regalo con il pretesto di vedere un sorriso da parte di chi lo riceve, si abbraccia una persona col pretesto di trasferirsi emozioni e sentimenti.

La paura della realtà induce verso la difficoltà a vedere il bello

I pretesti sono come gocce di pioggia; il cielo ci riempie di possibilità che si poggiano su di noi e vanno via solo se le asciughiamo. Proviamo a non asciugare i pretesti, diamogli il giusto valore e teniamoli stretti. Non copriamoci con un ombrello ma lasciamo che ci colpiscano. Saranno loro a trovarci.

La frenesia, le inevitabili preoccupazioni di cui ci riempie la quotidianità, fanno si che si perdano di vista gli obiettivi, che si perda di vista ciò che realmente conta. Invece non bisogna aver paura della realtà e farsi avvolgere dalle problematiche. Farlo induce verso la difficoltà a vedere il bello, a prendersi quell’attimo di spensieratezza che si trova nelle piccole cose. Avere paura della realtà converte anche il senso dei pretesti, rendendoli futili, inutili o sbagliati. Un pretesto è una farfalla che si posa sulla mano con leggerezza e che meraviglia. È una simpatica coccinella che tenerla con sé porta una grande fortuna: i sorrisi.

[…]

Ogni pretesto nasconde un cammino

e non si sa dove porterà.

Forse è la strada per la felicità

forse uno scherzo

forse un inutile sforzo

forse la fine o forse l’inizio

forse una beffa o forse una necessità.

Ci sono pretesti gonfi di sudore

per sogni pronti da realizzare.

Ci sono pretesti che non venderesti mai

altri che immediatamente comprerai.

Ci sono pretesti ormai scaduti

perché il tempo lì ha consumati già.

Ci sono pretesti mai voluti

ma il destino ne ha fatto una necessità.

[…]

(Pretesti)

(Silloge poetica “In Viaggio”)

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