Le cose non dette, quelle masticate tra i denti ma che alla fine non vengono fuori, sono loro che col tempo fanno più male, garantendo maggiore sofferenza a chi le ha nascoste dentro che all’effettivo destinatario. Sono represse, frustrate, mai liberate e diventano covo di astio, amarezze, tormenti, dispiaceri.
Le cose non dette impoveriscono i rapporti, allontanano, sfaldano relazioni e sentimenti, mettendo briglie ed impedendo voli. Sono solchi che dividono. Perché tante cose restano non dette? A volte accade per paura di sbagliare o di essere incompresi o per quieto vivere o per paura di una potenziale reazione indesiderata. Alla fine però, si realizza un effetto devastante e diventa impossibile liberarsene.
Parlare e confrontarsi è un’elevata forma di rispetto
Più si tace e più la cosa non detta assume dimensioni gigantesche, quando in realtà, molto probabilmente non è altro che una piccola ed insignificante cose che se fosse stata detta, sarebbe stata chiarita ed avrebbe allontanato immediatamente quella sofferenza. Parlare per confrontarsi, parlare per condividere, parlare per sentirsi uniti, parlare per essere complici, parlare per essere parte integrante dell’altra persona. Parlare è un’elevata forma di rispetto e vale più di un milione di ti amo o ti voglio bene.
Le cose non dette quasi sempre restano tali, perché più passa il tempo e più ci convinciamo che ciò che si pensa sia la ragione, la verità assoluta. Spesso però sono anche frutto della rassegnazione, perché si pensa che oramai sia inutile parlare. Grave errore! Parlare non è mai abbastanza. Parlare con la convinzione assoluta di aver ragione non è confronto, ma stupida presunzione di chi ha paura di mettersi in gioco.
Uno tsunami nel cuore di chi tace
Le cose non dette finiscono per diventare dei chiodi che nascondiamo nel palmo di una mano che poi stringiamo. La mano sanguina. Ma perché abbiamo messo i chiodi nella mano? Soprattutto, perché ci ostiniamo a stringerli? Non sarebbe più logico e liberatorio riporli dove è giusto che stiano? Una goccia diventa oceano, diventa temporale. Una goccia diventa tsunami nel cuore di chi tace, che distrugge tutto quello che incontra.
Tante, troppe volte l’amore è costretto a lasciare il posto ai rancori a causa di cose non dette. Semplici, banali pensieri taciuti, diventano subdoli momenti di ipocrisia, in cui si finge che tutto vada bene, mentre regna un infido ed invisibile inferno che prima o poi si mostrerà. Perché il male delle cose non dette logora lentamente ogni cosa, ma soprattutto chi tace e chi avrebbe dovuto ascoltare.
[…]
Hai supplicato di lasciarti andare
quando ero io in catene.
Ho promesso di farti volare
togliendo a me le ali.
Ho parato colpi
ma ero io il bersaglio.
Mi sono guardato le spalle
e davanti son venute le botte.
Ho fatto questo
e purtroppo per me
lo rifarei.
Lo rifarò!
[…]
(Versi tratti dalla poesia “Io ho”)
(Silloge poetica “In Viaggio”)